lunedì 7 ottobre 2013

London daylight

Di nessuna parola e pochi passi solitari
fino a che la nebbia non s’alza dal Tamigi
E aleggiando i suoi spettri sull'acqua scura
Sui moli, sui portici
Poi sui ponti si issa infine
Pallida bandiera su certe neogotiche forme
spettatori di vetro impassibili
senza fine e senza confini proiettando ombre
bianche e umide

finché

il quotidiano allineamento del tempo
e di certi meccanismi
trapassa e tinge di giallo la volta e noi sotto
a guardare quello scempio mentre il centro pullula
di strane creature colorate etniche rocambolanti
e le loro sfacciate offerte risuonano
ovunque sui lungofiume
fino all’East End e ai suoi caotici balconi

finché

obbedienti si ritirano
tutti i personaggi di questa commedia
nelle loro feritoie preparate per la fumosa notte
tranne qualche fantasma avvolto nel silenzio di South Quay
e scalpiccìo lontano che lascia l’eco
e le acque scure del Tamigi ancòra
e i comignoli che sanno già di alba
sotto la luna che non c’è dietro iridescenti skyline
con il loro odore di continente 
e alle spalle quello d’oceano.


Marcello D'Onofrio

2 commenti:

  1. Suggestiva l' impressione londinese 'ermeticamente' presentata..

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    1. le tre parti parlano rispettivamente di mattina, pomeriggio e sera. come il ciclo giornaliero delle luci di Londra. :)

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