lunedì 29 luglio 2013

Dramma teatrale in un Atto: Aristone ed Eriadne

Palco in penombra, scenografia pressoché assente, solo un tavolo quadrato e due sedie al centro del palco; vien fuori il primo personaggio con un gesto maestoso e regale del braccio che scansa i drappi rossi del sipario. Indossa una lunga camicia da notte grigia, porta un cilindro sul capo e un bastone da passeggio nella mano destra; le dita sono cosparse di anelli. 
Tossisce un poco come per farsi notare e fa qualche passo verso il pubblico; quindi si sfila il cilindro in segno di saluto e dopo numerosi inchini se lo risistema sul capo e torna diritto. Comincia dunque a passeggiare lungo il palco.

ARISTONE (con una nota di rassegnazione) : Sentitevi liberi di applaudirmi ancora, capisco bene che vogliate ottimizzare il costo del biglietto pagato per vedere Noi, i nuovi animali da circo, esibirci nelle più articolate rappresentazioni.

Si ferma sul lato destro del palco e chinandosi verso il pubblico parla in modo confidenziale.

ARISTONE : Ci buttano sulla scena non appena la platea si riempie! Personalmente non ho che avuto il tempo di scendere dal letto, agguantare cilindro e bastone e venir catapultato qui, davanti a centinaia di facce ansiose di vederci all’opera. Ebbene oggi miei cari signori, Aristone si ammutina. Non farò nulla.

L’ultima frase è enfatizzata da un inchino e un ampio gesto della mano sinistra che va a coprire tutta la sala; quando pero gli passa davanti al viso si accorge degli anelli e comincia ad ispezionarli da vicino con ammirazione. Poi ricordandosi di essere a tu per tu con il pubblico si rivolge di nuovo ad esso.

ARISTONE (agitando le dita inanellate) : Immagino che qualcuno di voi voglia baciarli, ma ahimè dopotutto un abisso ci divide. (con molta confidenza, quasi in un sussurro al pubblico) Non avete idea di come si vive li dietro! (indicando il sipario)

In quel momento il sipario si muove in modo confuso e si intravede una figura che tenta di venir fuori con la stessa grazia e maestria di Aristone, tuttavia si dimostra piuttosto goffa. Finalmente viene fuori ma un lembo di sipario le resta poggiato sulla spalla e mentre si avvia verso il centro del palco se lo trascina per qualche metro. Da sotto il sipario si intravedono strane luci bianche.
Il secondo personaggio raggiunge il centro del palco, si tratta di una ragazza vestita con una lunga gonna ed una graziosa camicetta blu. Il capo è cinto da un fazzoletto che le tiene i capelli; indossa un paio di enormi occhiali da sole che le danno un’aria un po’ ridicola.

ERIADNE (enfatizza molto le parole):  Salve. Salve. Salve. (in diverse direzioni del pubblico, poi verso il compagno si scena). Salve.
Aristone alla vista della ragazza si gira svogliatamente e in una posa altezzosa alza il mento e tende mollemente la mano sinistra verso di lei.

ARISTONE (facendo tintinnare gli anelli) : Immagino tu voglia baciarli.

ERIADNE : Mmm Si, si.

Eriadne si avvicina alla mano tesa di Aristone e bacia i suoi anelli senza sosta. Aristone dapprima orgoglioso di sé, poi si innervosisce e forse si schifa anche e fa per scrollare via la mano e liberarla da Eriadne.

ARISTONE (rivolto al pubblico) : Vedete, la mia compagnia è uscita di scena dopo di me ed ha avuto il tempo di vestirsi. Mentre io non ho potuto nemmeno indossare una sciarpa! (batte a terra con il bastone per la rabbia)

ERIADNE (sentendosi chiamata in causa) : No no, io sono sempre pronta. Sempre vestita. Dormo vestita nell’eventualità che il palco e la tribuna si riempiano. (sorriso, fa un piccolo inchino con la gonna al pubblico)

Poi cala il silenzio perché Aristone non parla più e si è messo a contemplare gli anelli della mano destra, quella che regge il bastone. Eriadne tira fuori da una tasca un pacchetto di sigarette e un accendino. Atteggiandosi si accende una sigaretta e lancia occhiate a destra e manca con gli occhiali da sole, risultando piuttosto ridicola. Da le spalle al pubblico e comincia a camminare in modo sensuale verso il tavolo con il passo incrociato. Si siede su una delle due sedie e fa il primo tiro di sigaretta. A quel punto Aristone sentendo l’odore del fumo torna in sé e si volta sconcertato verso la compagna di scena.

ARISTONE (infuriato) : Che diavoleria è mai questa?!

Aristone raggiunge il tavolo e si siede nell’altra sedia libera, è la quintessenza della compostezza.

ARISTONE (distaccato, da del “voi” alla ragazza) : Fumate, dunque?

ERIADNE (sempre con aria provocatoria, ma risulta comunque ridicola con quegli occhiali) : Fumo solo quando la situazione si fa intensa e sono alle strette.

ARISTONE (incuriosito): E dite, quand’è che la situazione si fa intensa?

ERIADNE (fa un tiro, poi risponde) : La situazione si è fatta intensa proprio quando ho iniziato a fumare.

Eriadne soddisfatta della sua risposta, certa di aver messo al muro Aristone, spegne la sigaretta schiacciandola sul tavolo. Aristone perplesso osserva la compagna atteggiarsi in quel modo, poi annoiato le porge la mano destra libera dal bastone che è poggiato sul tavolo.

ARISTONE (torna in tono confidenziale) : Immagino tu voglia baciarli.

Eriadne si allunga sul tavolo e comincia a baciare gli anelli di Aristone; lui questa volta non si sottrae e lei gli morde un dito.

ARISTONE : Ahi!

Aristone ritrae la mano immediatamente e agguanta il bastone. Poi in un secondo scatto di rabbia balza in piedi. Eriadne si alza anch’essa spaventata. I due, sorpresi dalla reazione dell’altro, si guardano intorno circospetti.

ERIADNE (spaventata) : Che succede?

ARISTONE (circospetto) : Credo di essere stato morso.

Eriadne lancia un gridolino di terrore, si porta le mani alla bocca e si guarda intorno con ansia. Aristone impugna il bastone a due mani e comincia a camminare all’indietro ma inciampa nella tunica e finisce col sedere a terra. Si rialza subito, vergognoso dell’accaduto.

ARISTONE : Credo che faremmo meglio ad andarcene.

ERIADNE (con un gesto verso la platea) : E…e…il pubblico!?

ARISTONE (diffidente, con l’aria di chi la sa lunga) : Per quanto mi riguarda potrebbe essere stato uno di loro a mordermi.

Eriadne istintivamente si allontana di qualche passo dal pubblico e si posiziona dietro il tavolo; guarda con occhi di terrore il pubblico. Poi comincia un lieve lamento che, mentre parla si trasformerebbe in un pianto.

ERIADNE (parlando del pubblico) : Io mi preparo sempre prima per loro, loro si siedono per guardarci e non sanno cosa succede lì dietro (indica il sipario, è in lacrime). Io sono sempre pronta per loro, e loro ci mordono.

ARISTONE : Suvvia, suvvia. Non meritano le nostre lacrime ne tantomeno i miei anelli.

Con fare altezzoso Aristone si inclina il cilindro sulla testa e sospinge dolcemente Eriadne verso il sipario con il bastone, con leggeri tocchetti sulla schiena. Si sente quindi un rullare di tamburi ritmico, tipico delle esecuzioni di condannati a morte ed Eriadne comincia a marciare, credendo forse di essere una processata.

ARISTONE : March! Avanti!

Eriadne singhiozzando ancora un poco, sparisce dietro il sipario e, con lei, Aristone.


FINE.

Marcello D'Onofrio

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