Palco in penombra, scenografia pressoché assente, solo un tavolo
quadrato e due sedie al centro del palco; vien fuori il primo personaggio con
un gesto maestoso e regale del braccio che scansa i drappi rossi del sipario.
Indossa una lunga camicia da notte grigia, porta un cilindro sul capo e un
bastone da passeggio nella mano destra; le dita sono cosparse di anelli.
Tossisce un poco come per farsi notare e fa qualche passo verso il
pubblico; quindi si sfila il cilindro in segno di saluto e dopo numerosi
inchini se lo risistema sul capo e torna diritto. Comincia dunque a passeggiare
lungo il palco.
ARISTONE (con una nota di
rassegnazione) : Sentitevi liberi di applaudirmi ancora, capisco bene che
vogliate ottimizzare il costo del biglietto pagato per vedere Noi, i nuovi animali
da circo, esibirci nelle più articolate rappresentazioni.
Si ferma sul lato destro del palco e chinandosi verso il pubblico parla
in modo confidenziale.
ARISTONE : Ci buttano sulla scena non appena la platea si riempie! Personalmente
non ho che avuto il tempo di scendere dal letto, agguantare cilindro e bastone
e venir catapultato qui, davanti a centinaia di facce ansiose di vederci all’opera.
Ebbene oggi miei cari signori, Aristone si ammutina. Non farò nulla.
L’ultima frase è enfatizzata da un inchino e un ampio gesto della mano
sinistra che va a coprire tutta la sala; quando pero gli passa davanti al viso
si accorge degli anelli e comincia ad ispezionarli da vicino con ammirazione. Poi
ricordandosi di essere a tu per tu con il pubblico si rivolge di nuovo ad esso.
ARISTONE (agitando le dita
inanellate) : Immagino che qualcuno di voi voglia baciarli, ma ahimè
dopotutto un abisso ci divide. (con molta
confidenza, quasi in un sussurro al pubblico) Non avete idea di come si
vive li dietro! (indicando il sipario)
In quel momento il sipario si muove in modo confuso e si intravede una
figura che tenta di venir fuori con la stessa grazia e maestria di Aristone,
tuttavia si dimostra piuttosto goffa. Finalmente viene fuori ma un lembo di
sipario le resta poggiato sulla spalla e mentre si avvia verso il centro del
palco se lo trascina per qualche metro. Da sotto il sipario si intravedono
strane luci bianche.
Il secondo personaggio raggiunge il centro del palco, si tratta di una
ragazza vestita con una lunga gonna ed una graziosa camicetta blu. Il capo è
cinto da un fazzoletto che le tiene i capelli; indossa un paio di enormi
occhiali da sole che le danno un’aria un po’ ridicola.
ERIADNE (enfatizza molto le
parole): Salve. Salve. Salve. (in diverse direzioni del pubblico, poi
verso il compagno si scena). Salve.
Aristone alla vista della ragazza si gira svogliatamente e in una posa
altezzosa alza il mento e tende mollemente la mano sinistra verso di lei.
ARISTONE (facendo tintinnare gli
anelli) : Immagino tu voglia baciarli.
ERIADNE : Mmm Si, si.
Eriadne si avvicina alla mano tesa di Aristone e bacia i suoi anelli
senza sosta. Aristone dapprima orgoglioso di sé, poi si innervosisce e forse si
schifa anche e fa per scrollare via la mano e liberarla da Eriadne.
ARISTONE (rivolto al pubblico)
: Vedete, la mia compagnia è uscita di scena dopo di me ed ha avuto il tempo di
vestirsi. Mentre io non ho potuto nemmeno indossare una sciarpa! (batte a terra con il bastone per la rabbia)
ERIADNE (sentendosi chiamata in
causa) : No no, io sono sempre pronta. Sempre vestita. Dormo vestita nell’eventualità
che il palco e la tribuna si riempiano. (sorriso,
fa un piccolo inchino con la gonna al pubblico)
Poi cala il silenzio perché Aristone non parla più e si è messo a
contemplare gli anelli della mano destra, quella che regge il bastone. Eriadne
tira fuori da una tasca un pacchetto di sigarette e un accendino. Atteggiandosi
si accende una sigaretta e lancia occhiate a destra e manca con gli occhiali da
sole, risultando piuttosto ridicola. Da le spalle al pubblico e comincia a
camminare in modo sensuale verso il tavolo con il passo incrociato. Si siede su
una delle due sedie e fa il primo tiro di sigaretta. A quel punto Aristone sentendo
l’odore del fumo torna in sé e si volta sconcertato verso la compagna di scena.
ARISTONE (infuriato) : Che
diavoleria è mai questa?!
Aristone raggiunge il tavolo e si siede nell’altra sedia libera, è la
quintessenza della compostezza.
ARISTONE (distaccato, da del “voi”
alla ragazza) : Fumate, dunque?
ERIADNE (sempre con aria
provocatoria, ma risulta comunque ridicola con quegli occhiali) : Fumo solo
quando la situazione si fa intensa e sono alle strette.
ARISTONE (incuriosito): E
dite, quand’è che la situazione si fa intensa?
ERIADNE (fa un tiro, poi
risponde) : La situazione si è fatta intensa proprio quando ho iniziato a
fumare.
Eriadne soddisfatta della sua risposta, certa di aver messo al muro
Aristone, spegne la sigaretta schiacciandola sul tavolo. Aristone perplesso
osserva la compagna atteggiarsi in quel modo, poi annoiato le porge la mano
destra libera dal bastone che è poggiato sul tavolo.
ARISTONE (torna in tono
confidenziale) : Immagino tu voglia baciarli.
Eriadne si allunga sul tavolo e comincia a baciare gli anelli di
Aristone; lui questa volta non si sottrae e lei gli morde un dito.
ARISTONE : Ahi!
Aristone ritrae la mano immediatamente e agguanta il bastone. Poi in un
secondo scatto di rabbia balza in piedi. Eriadne si alza anch’essa spaventata.
I due, sorpresi dalla reazione dell’altro, si guardano intorno circospetti.
ERIADNE (spaventata) : Che
succede?
ARISTONE (circospetto) :
Credo di essere stato morso.
Eriadne lancia un gridolino di terrore, si porta le mani alla bocca e
si guarda intorno con ansia. Aristone impugna il bastone a due mani e comincia
a camminare all’indietro ma inciampa nella tunica e finisce col sedere a terra.
Si rialza subito, vergognoso dell’accaduto.
ARISTONE : Credo che faremmo meglio ad andarcene.
ERIADNE (con un gesto verso la
platea) : E…e…il pubblico!?
ARISTONE (diffidente, con l’aria
di chi la sa lunga) : Per quanto mi riguarda potrebbe essere stato uno di
loro a mordermi.
Eriadne istintivamente si allontana di qualche passo dal pubblico e si
posiziona dietro il tavolo; guarda con occhi di terrore il pubblico. Poi
comincia un lieve lamento che, mentre parla si trasformerebbe in un pianto.
ERIADNE (parlando del pubblico)
: Io mi preparo sempre prima per loro,
loro si siedono per guardarci e non
sanno cosa succede lì dietro (indica il
sipario, è in lacrime). Io sono sempre pronta per loro, e loro ci mordono.
ARISTONE : Suvvia, suvvia. Non meritano le nostre lacrime ne tantomeno
i miei anelli.
Con fare altezzoso Aristone si inclina il cilindro sulla testa e
sospinge dolcemente Eriadne verso il sipario con il bastone, con leggeri
tocchetti sulla schiena. Si sente quindi un rullare di tamburi ritmico, tipico
delle esecuzioni di condannati a morte ed Eriadne comincia a marciare, credendo
forse di essere una processata.
ARISTONE : March! Avanti!
Eriadne singhiozzando ancora un poco, sparisce dietro il sipario e, con
lei, Aristone.
FINE.
Marcello D'Onofrio
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