lunedì 11 febbraio 2013

sfogoreale


diazepam a gocce calma il mio ego e azzittisce con potenza inusuale, no freni inibitori – mai avuti – no libido;
fanculo tutti parole vuote e altrettanti sguardi inutile specificare artefici e artefatti;
cronistorie patetiche si conosce il finale incidenti di percorso noti e variazioni di percorso non determinanti;
labbra che mordono, sangue e pianto
labbra che baciano, dolcezza e desiderio
ami luccicanti da pesca – le stesse - ;
rosari & cera l’odore dei fregi antichi nelle chiese antiche quando il corpo contava meno e l’anima sussurrava libertà a voce alta;
la pioggia da solo a spasso coll’Angelo a scriver versi città di marmo lucida e liquida anche per senzatetto e per i miei capelli;
mal di testa di notte e vomito corsa al p.s. bile verde sull’asciugamano e ago nella natica destra dice basta, 8 anni;
sesso di notte, sempre di notte col favore del buio il tatto affina percezioni di pelle da cimitero, ascensore o sedili posteriori;
Otis Redding senza fine I’ve been looving you too long per farmene una ragione;
lacrime sul cuscino se non riuscivo a fottermi la ragione o lei non lo faceva e umido di guancia con la sveglia e ancora morsi sulla federa;
risata metropolitana di disagio euforia sporadica si girano incuriosite le pedine della scacchiera;
odore di cuoio e pelle nelle narici droga lecita e roba per scrivere e dimenticare quello che si vive, pensavo di costruire realtà migliori;
sangue dal naso e non si fermava, schiaffi e cotone emostatico lui piccolo con meno paura di te, violenza fuori luogo e poi il mio turno, ma ero preparato e il salasso era silenzioso;
disagio, come non provarne guardandosi in giro? e tormento.

Marcello D'Onofrio


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