[...] L’uomo
non ricorda, o meglio, ricorda ma incappa negli stessi errori. Mi viene da
pensare alla Russia, nessuno ha mai conquistato la Russia. I romani avevano
sapientemente arrestato la loro mossa di conquista - in quel lontano e sbiadito
anno 116 d.C. - all'est Europa evitando di addentrarsi “al di là” degli Urali
ed accontentandosi di ciò che fino a quel momento avevano ottenuto. Napoleone,
il Re Imperatore, genio precoce della tattica bellica, in un moto d’eccessivo
orgoglio si era lanciato alla volta del freddo paese ritrovandosi con la neve
alla gola. Ed infine quella vecchia canaglia di Adolf Hitler non contento della
sua stessa follia decise di mandare a morire migliaia e migliaia di ingenui
soldati in quell'inferno ghiacciato.
Dunque
l’uomo ricorda, ed anche bene, piuttosto non
impara e questo accade in guerra, in pace, in vita ed in amore.
Personalmente
mi considero l’ennesimo sciocco “conquistadores”, perché sono come chi crede
che sarebbe bastato baciarsi e guardarsi negli occhi facendo parlare le anime
per noi, pensavo che sarebbe bastato provare quello spasimo di pianto che poi
ho scoperto fosse amore, ubriacandomi del suo profumo; pensavo sarebbe bastato
fare l’amore: un concetto deviato in modo malato verso il sesso. A dirla tutta
la verità è che non basta niente. Niente di niente.
Dirlo
ora, scriverlo e renderlo noto ha praticamente la stessa utilità dell’andare da
Hitler in tarda mattinata il 21 giugno 1941 e dirgli di non tentare l’invasione
dell’URSS l’indomani perché ci sarebbe stato maltempo.
Cosa
risponderebbe?
“NEIN!”
.
Un innamorato risponderebbe invece convinto:
Un innamorato risponderebbe invece convinto:
“La mia storia è diversa.”
Tutto
sta nel vivere l’amore, forse.
Vivere
l’amore è una fatica pazzesca che, sporadicamente, ripaga ma il più delle volte
corrisponde solo ad un gran movimentare di carichi pesanti e pendenti. [...]
frammento da - "lungo la strada del desiderio"
Marcello D'Onofrio
Stupendo...
RispondiEliminagrazie! :D
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