lunedì 19 novembre 2012

Saggio di vita


[...] L’uomo non ricorda, o meglio, ricorda ma incappa negli stessi errori. Mi viene da pensare alla Russia, nessuno ha mai conquistato la Russia. I romani avevano sapientemente arrestato la loro mossa di conquista - in quel lontano e sbiadito anno 116 d.C. - all'est Europa evitando di addentrarsi “al di là” degli Urali ed accontentandosi di ciò che fino a quel momento avevano ottenuto. Napoleone, il Re Imperatore, genio precoce della tattica bellica, in un moto d’eccessivo orgoglio si era lanciato alla volta del freddo paese ritrovandosi con la neve alla gola. Ed infine quella vecchia canaglia di Adolf Hitler non contento della sua stessa follia decise di mandare a morire migliaia e migliaia di ingenui soldati in quell'inferno ghiacciato.
Dunque l’uomo ricorda, ed anche bene, piuttosto non impara e questo accade in guerra, in pace, in vita ed in amore.
Personalmente mi considero l’ennesimo sciocco “conquistadores”, perché sono come chi crede che sarebbe bastato baciarsi e guardarsi negli occhi facendo parlare le anime per noi, pensavo che sarebbe bastato provare quello spasimo di pianto che poi ho scoperto fosse amore, ubriacandomi del suo profumo; pensavo sarebbe bastato fare l’amore: un concetto deviato in modo malato verso il sesso. A dirla tutta la verità è che non basta niente. Niente di niente.
Dirlo ora, scriverlo e renderlo noto ha praticamente la stessa utilità dell’andare da Hitler in tarda mattinata il 21 giugno 1941 e dirgli di non tentare l’invasione dell’URSS l’indomani perché ci sarebbe stato maltempo.
Cosa risponderebbe?
“NEIN!” .
Un innamorato risponderebbe invece convinto:
“La mia storia è diversa.”
Tutto sta nel vivere l’amore, forse.
Vivere l’amore è una fatica pazzesca che, sporadicamente, ripaga ma il più delle volte corrisponde solo ad un gran movimentare di carichi pesanti e pendenti. [...]

frammento da - "lungo la strada del desiderio"

Marcello D'Onofrio


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