lunedì 17 settembre 2012

Gelosia di un'emozione


<<La notte, i passi, i capelli incollati, la strada, i lampioni e la loro luce fioca nella foschia. Tutto unito nel gioco effimero dell'"attimo", dove tutto è possibile, dove il vento fumerà la sigarette tenute fra dita poco accorte, e gli occhi indugeranno oltre la stazione.
E mi unisco a loro, anime della notte, nell’eterno vagabondare in questo mondo, fra questi visi nemici e bisognosi che incoscienti implorano pietà. E’ loro il mondo, nelle loro mani sporche ed incallite, nelle unghia nere e nei loro pensieri scostanti, il mondo è nella loro sconfitta che si riflette, al fianco della luna, nell’acqua grigia dell’ansa cittadina del fiume.

E quei notevoli signori, vestiti di borghesia che passeggiano nei viali alberati, che ne sanno loro di questa poesia?

Che ne sanno dello stridio del vagone sulla rotaia arrugginita, che rompe la notte con la cruenza d’una lama? Hanno forse veduto i gabbiani che stendono le ali bianche sul velo nero della notte sorvolando i ponti? Hanno goduto dell’odore acre della pioggia, e dell’umido sull’asfalto che riposa nelle ore di quiete?

Hanno forse loro assistito al bacio del sole che ogni mattino rinnova al mondo nell’alba, cogliendo col rosa e il bianco tenue, il contrasto delle statue e dei marmi dormienti sulle balaustre?
Forse, forse non è adatto al mondo quell'invisibile sprazzo d'emozione che vive nell'anfratto desolato dell'anima, fra le pareti coperte d'arazzi lacerati e sbiaditi, dove il rumore è soffocato e la luce soffusa. Forse va tenuto celato, forse va privato al mondo spietato il potersi affacciare tremanti e cauti fra le tavole di legno antico, a scrutare quella bellezza unica, eppure incapaci di capirla.>>
 
Marcello D'Onofrio

 

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