lunedì 16 aprile 2012

Creo ergo sum

Sono solito addormentarmi sdraiato di schiena ultimamente (quantifico il mio "ultimamente" come "da meno di un mese"). Consiglio vivamente questo metodo di coricarsi, ai dormitori "di pancia": anche io prima ero uno di voi, ma da quando ho scoperto questo innovativo modo di prendere sonno, non mi sento di abbandonarlo! Si impiega forse un po di piu ad addormentarsi, questo è vero, ma quel tempo che trascorre da quando ci si sdraia, a quando si cade nel morbido abbraccio della notte, lo considero assolutamente prezioso! Per me è come un resoconto personale della giornata.
Un momento per pensare, senza altre preoccupazioni od impegni, un tempo adibito esclusivamente all'introspezione. Fanstastico! Penso alle cose che ho detto durante la giornata, le cose che avrei voluto dire, le cose che ho fatto e che avrei voluto fare; faccio un bilancio per vedere se le dodici ore precedenti sono state in positivo o in negativo. Ma soprattutto mi chiedo "cosa ho creato oggi?"
E' una domanda che mi affligge, sono tormentato dalla staticità, dal non fare nulla, dal vedere le mie capacità abbattute o limitate.....devo creare, qualunque sfumatura o significato possa assumere il verbo creare.
In conseguenza a questo problema che mi pongo, mi chiedo anche se sto facendo qualcosa per essere ricordato. Un'altra cosa che temo è l'essere dimenticato. Cosa c'e di piu bello del sapere che qualcuno si ricorda di te per le cose che hai creato, anche quando sei lontano, sei altrove, o sei deceduto. Ebbene penso molto spesso anche alla morte, ed a come potrei venire ricordato. Mi farebbe tremendamente piacere che le persone a me vicine e lontane si ricordassero di me per tutto quello che ho scritto, e tutto quello che con la scrittura avrei voluto comunicare. Mi farebbe piacere che il ricordo di me sia vivo attraverso i miei versi di poesia, i miei racconti, le mie frasi; sapere che c'e qualcuno che si adopera a cercare di capire perché ho scelto determinate parole in una poesia piuttosto che altre, come ho descritto quella sensazione in un mio racconto, come il mio tormento sia fluito inevitabilmente nei mie scritti. Creiamo dunque, non restiamo fermi, lasciamo di noi il più bel ricordo, calchiamo la nostra impronta sul pianeta quanto più profondamente possibile.

2 commenti:

  1. ciò che scriviamo lascia il segno...
    non avere paura di ciò che non accadrà.
    un saluto
    Altraepoca

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  2. la mia paura è orientata verso tutto quello che non posso o che non riesco a fare. E per ora si, la scrittura è il mezzo più potente di cui dispongo. Non me ne allontanerò mai. :)

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