lunedì 5 dicembre 2011

Siamo soli: abbandonati che abbandonano

C'e chi penserà che questo mio post sia pessimista, un po' borderline; altri invece probabilmente ci si ritroveranno e leggendo, si immagineranno di fronte ad uno specchio che ripropone pensieri, attimi e sensazioni vissute almeno una volta nella vita.
Sto parlando di solitudine.
Parliamoci chiaro, al mondo siamo soli, nel bene e nel male.
Tutto il carosello di persone che girano attorno alla nostra presenza e alle nostre azioni non sono che comparse di un film che è la nostra vita. Ci sono comparse sbiadite, di poca importanza, alcune comparse colorate vivacemente più o meno rilevanti; poi ci sono personaggi secondari e terziari che sono più vicini a noi e che in qualche modo ci influenzano, personaggi con i quali abbiamo un rapporto più importante. Ebbene, seppur importanti e moralmente vicini, anche questi personaggi secondari hanno come ultimo fine "se stessi".
Le parole sono belle da dire e da ascoltare, ma quando poi si è ridotti alle strette sono i fatti che contano e fanno la differenza, fatti che spesso sono volatili, aleatori...inesistenti.
La verita' e' che nessuno avra' mai attenzioni per noi al 100 percento, e nemmeno all'80 o al 70. Siamo soli, piangiamo soli e gioiamo di noi stessi. La spalla sulla quale ci appoggiamo non e' che la nostra, il sorriso che ci fa andare avanti e' il nostro stesso sorriso riflesso su di uno specchio. Siamo soli, questa e' la verita', e lo saremo sempre dagli altri uomini. 
L'uomo è per indole spinto da innaturale moto a preservare se stesso, istinto di sopravvivenza, egoismo, egocentrismo, tante parole apparentemente non simili in quanto appartenenti a sfere di significato differenti, ma che hanno un comune fine
Realista qual sono però, sono indotto a fare un altro tipo di ragionamento: Non siamo anche noi persone? Noi che "subiamo" l'assenza e l'abbandono di altri, non ci siamo comportati anche noi egoisticamente, avendo come unico fine i nostri scopi?
A questi proposito sarebbe utile ed intelligente agire secondo una buona morale, ovvero se non ci piace essere abbandonati, lasciati soli a noi stessi, isolati, allora cominciamo noi a non abbandonare e a non isolare tutti quegli altri magnifici personaggi del nostro personalissimo film. Perché è proprio la viariegabilità e moltitudine di comparse e personaggi che rende il nostro film cosi personale e unico.

Marcello D'Onofrio

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