Il sole fa la sua solita sparuta apparizione teatrale: si
leveranno trionfali sipari di nuvole d’acciaio e tutto intorno sarà sgomento e
applausi da Prima all’Opera. Bianche membra adorano il dio luminoso, altre, più
scure, non se ne curano affatto e continuano a lavorare; adoperano lunghe
maniglie da issare in continuazione con le vene degli avambracci che si fanno
gonfie.
Poi l’odore di fritto sale alla narici proprio nel mentre
delle celebrazioni mattutine, che pare una bestemmia per il suo tempismo; i più
fortunati sono seduti alle prime file o addirittura su un enorme prato verde
insieme ai saltimbanchi, i meno fortunati sono vicino all’entrata, in quartieri
che hanno demolito e che demoliranno ancora come si eradicano funghi e tumori.
Belle ragazze si incipriano il naso; brutte ragazze si
incipriano il naso, le guance e altri organi accessori.
Qualcuno parla spagnolo in un angolo di Shaftesbury Square e in quello
stesso istante due sconosciuti si baciano con passione altrove, noncuranti
delle folle intorno; gli spagnoli smettono di parlare, gli sconosciuti si
salutano e tutto intorno è estremamente ordinato e funzionale: nemmeno un
diesis fuori posto eccezion fatta per la torre dell’orologio che pende più del
previsto. Sarà colpa dei rintocchi.Marcello D'Onofrio
Nessun commento:
Posta un commento