lunedì 2 dicembre 2013

anni 90

Non ho mai saputo vivere. E ancora non so farlo.
Avrei dovuto fare il filosofo se solo fosse un mestiere che fa guadagnare il pane - che poi io il pane nemmeno lo mangio - , avrei potuto farmi crescere la barba giusto per smentire il detto che la barba non fa il filosofo e mi sarei limitato ad osservare il mondo con gli occhi grandi che avevano i bambini nati prima del duemila. Adesso hanno gli occhi quadrati e inquadrati su tablet e schermi vari.
Io da bambino giocavo con i dinosauri, disegnavo il serpente che mangia l'elefante di de Saint-Exupéry, osservavo le file di formiche con la lente di ingrandimento e guardavo Tom & Jerry.
Ma erano gli anni novanta, non troppo nitidi e un po' giallini in fotografia, era prima dell'avvento del touch screen, prima delle tivù piatte da 40 pollici, prima dei superstipendi plurimilionari dei calciatori, prima del decadimento della Disney, prima degli e-book e dei kindle, prima dei talent show, e prima di un sacco di altre puttanate simili.
Gli anni novanta sono stati decisamente l'ultimo decennio romantico-impressionista della storia.
Se oggi entro in libreria e annuso l'odore delle pagine di un libro sfogliandolo vicino al naso, vedo parecchi occhi voltarsi verso di me; se lo avessi fatto una ventina d'anni fa è probabile che mi si sarebbe avvicinata una ragazza con la sciarpa, gli occhi profondi che mi guardano attraverso occhiali tondi marroni, il naso un poco arrossato dal freddo e i capelli castano chiaro incasinati in uno chignon sfatto, e mi avrebbe chiesto se poteva annusare anche lei. Ci saremmo innamorati immediatamente e io le avrei tenuto la vita camminando sui marciapiedi con le foglie gialle appiccicate a terra per la pioggia e nella mano sinistra avrei un libro qualsiasi di Sartre.
Ma questi sono altri tempi, quindi me ne vado camminando da solo sui marciapiedi con le foglie gialle appiccicate a terra per la pioggia, un libro qualsiasi di Sartre nella mano sinistra e la destra infilata nella tasca del montgomery nero.

Marcello D'Onofrio









2 commenti:

  1. Alcune persone pensano che leggere sia noioso. Sono le stesse persone che si esaltano quando si parla di ebook.
    Ci sono persone che sorridono divertite quando dici che il vento, il mare, gli alberi, la sabbia e l'erba hanno un proprio odore. Figuriamoci se riescono a capire che ciascun libro ha un suo odore.
    Questa è la nostra realtà, anzi, la loro.
    La realtà di quelle persone che, purtroppo, continuano a vedere un semplice e triste cappello.

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    1. Altre persone pensano che leggere sia evasione, sogno! e sono le stesse che si esaltano al tatto di certe pagine più ruvide o con un odore più forte. Riteniamoci fortunati che facciamo parte di questa schiera di persone, e che la nostra sensibilità non è stata ancora asfaltata :)

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